Ottenere la cittadinanza

Heinrich Schliemann, lo scopritore delle rovine di Troia, era anche cittadino statunitense. Lo era divenuto perché si trovava nel territorio del California, all’epoca era cercatore d’oro, il 9 settembre 1850, ossia il giorno nel quale essa entrò a far parte degli Stati Uniti. Le regole dell’ingresso del nuovo Stato nella federazione prevedevano di accordare la cittadinanza a tutti quelli che si trovassero sul suo territorio nel momento nel quale esso avveniva.

Nel 62 d.C. San Paolo fu accusato dai sacerdoti ebrei di fomentare rivolte. Comparve a Cesarea davanti al procuratore della Giudea Porzio Festo, che per compiacere i rappresentati del Sinedrio intendeva trasferirlo a Gerusalemme per processarlo lì. Essendo cittadino romano il santo si appellò al giudizio dell’imperatore. Era un suo diritto e venne dunque portato a Roma, dove rimase i due anni del processo.

La Constituzio antoniana emanata dall’imperatore Caracalla nel 212 d.C. estendeva la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero. Secondo alcuni storici l’intento del provvedimento era l’aumento delle entrate fiscali.

L’Habeas Corpus Act emanato dal Prlamento Inglese il 27 maggio 1679 stabilisce il diritto di ogni recluso a essere condotto davanti a un giudice che valuti l’esistenza di una valida giustificazione per la detenzione.

La Magna Charta imposta dai Baroni inglesi nel 1215 al Re Giovanni Senza Terra stabiliva che nessun uomo libero potesse essere preso, imprigionato o sottoposto a pene corporale senza essre stato giudicato in base alle leggi vigenti da una corte composta di sui pari,

Per ottenere la cittadinanza romana gli italici combatterono una guerra, detta sociale, nel 91-89 a.C.. Vennero sconfitti, ma con la Lex Plautia Papiria dell’89 a.C. la cittadinanza romana venne ugualmente estesa a tutti gli abitanti della penisola italiana, anche se con notevoli limitazione relative al diritto di voto.

Secondo lo storico Giovanni Brizzi la rivolta di Spartaco del 73-71 a.C., solitamente considerata una guerra servile, sarebbe invece da ritenenrsi una guerra sociale, dato che ai suoi ordini si trovavano combattenti provenienti dalle regioni che si erano ribellate a Roma nelle guerre sociali precedenti, con lo scopo di ottenere la piena cittadinanza.

A Sparta i cittadini che disponevano dei pieni diritti politici erano chiamati Spartiati. Per aver diritto di voto in assemblea essi dovevano essere maschi, aver compiuto trent’anni, essere stati educati comunitariamente, far parte di una delle mense colletive detti sisizi e disporre di una proprietà terriera sufficiente a garantirne il mantenimento.

La Green Card è il Visto Permanente di Soggiorno degli Stati Uniti, che conferisce il diritto di vivere e lavorare permanentemente negli USA. Viene rilasciata dallo U.S. Citizenship and Immigration Services Costituisce il primo passo per ottenere la cittadinanza americana, può essere richiesta da un familiare o da un datore di lavoro. Ogni anno 50.000 Green Card vengono distribuite dal Governo degli USA attraverso una vera e propria lotteria.

Cittadini con diritti politici limitati nello stato spartano erano i Perieci, che abitavano nelle regioni vicine vicine alla capitale, e i Neodamodi, Spartiati senza proprietà terriera. Questi ultimi potevano acquisire la piena cittadinanza ottenendo una proprietà per eredità o per matrimonio.

In epoca classica, per essere cittadini di Atene a pieno titolo era necessario essere maschi, aver compiuto i trent’anni ed essere figli di genitori ambedue ateniesi. Altrimenti si viveva in città con la qualifica di meteci, senza obblighi militari ma senza diritto a votare in assemblea o a ricoprire le magistrature, larga parte delle quali erano estratte a sorte.

Nel 424 a.C. gli spartani, nel corso della guerra contro Atene, arruolarono nel loro esercito alcune centinasia di gli iloti, ossia schiavi, scelti fra i più valorosi. Dato che solo gli uomini liberi potevano combattere, al loro ritorno dalla Calcidica, 700 veterani della campagna che aveva portato alla conquista di Anfipoli furono liberati e vennero assegnate loro delle terre da lavorare. Dal nome del generale che li aveva comandati vennero detti Brasidei.

In epoca repubblicana per ottenere la cittadinanza romana i maggiorenti delle città italiche associate facevano sposare i loro figli con figlie di maggiorenti romani. La nuova famiglia abitava a Roma, con la protezione dei suoceri. In questo modo i nipoti nascevano cittadini romani e avevano diritto di partecipare alle elezioni per le magistrature.

In epoca imperiale, fino a Caracalla, una dei modi più diffusi per conseguire la cittadinanza romana era prestare il servizio militare. Dopo vent’anni da legionario, questa era la durata della ferma, si riceveva un’indennità di pensionamento, di solito in natura sotto forma di piccolo appezzamento di terra, insieme alla qualifica di cittadino romano.

Secondo Erodoto i Greci vinsero le guerre combattute contro i persiani nel 492-490 e nel 480-479 a.C. per la loro superiore condizione sociale e quindi maggior attitudine a portare le armi. Essi erano infatti uomini liberi, dotati di piena cittadinanza, che combattevano contro sudditi del Gran re di Persia privi di qualunque diritto.

In Fanteria dello spazio, romanzo di fantascienza del 1959 ambientato in un futuro lontanissimo, dal quale nel 1997 è stato tratto un film, Robert Heinlein immagina che l’unico modo per ottenere la piena cittadinanza nella Federazione degli umani sia aver svolto il servizio militare. La ferma ha una durata lunghissima. 

Nel medioevo il concetto di cittadinanza scompare. Viene sostituito da quello di libertas, che individua un diritto particolare concesso dall’autorità suprema, in teoria l’imperatore, a un gruppo di sudditi individuato nei modi più diversi. In pratica ciascuna città, e in essa ciascun gruppo di abitanti, si trova a vivere in una condizione giuridica particolare, con diritti e doveri propri.

Nel 1789, all’inizio della Rivoluzione Francese, viene approvata a Parigi la Dichiarazione dei Diritti dell’uomo e del cittadino. Essa prevedeva tra l’altro, Aricolo 6 “La Legge è l’espressione della volontà generale. Tutti i cittadini hanno diritto di concorrere, personalmente o mediante i loro rappresentanti, alla sua formazione. Essa deve essere uguale per tutti, sia che protegga, sia che punisca. Tutti i cittadini, essendo uguali ai suoi occhi, sono ugualmente ammissibili a tutte le dignità, posti ed impieghi pubblici secondo la loro capacità, e senza altra distinzione che quella delle loro virtù e dei loro talenti.”  

Con la pace di Augusta del 1555 e in modo più chiaro con quella di Vesfalia del 1648 venne stabilito, con l’intento di porre fine alle guerre di religione, il principio cuius regio eius religio, in base al quale i sudditi di un territorio erano tenuti ad abbracciare la religione praticata dal loro sovrano, oppure lasciare il paese. Il sistema si rivelò efficace.

Solo in epoca napoleonica gli abitanti del Canton Ticino ottennero la parità di diritti politici rispetto agli abitanti degli altri cantoni svizzeri, che fino ad allora erano stati i proprietari del loro territorio, del quale nominavano a rotazione il governatore che si occupava soprattutto della raccolta fiscale.

Anche in Olanda fu solo in epoca rivoluzionaria e poi napoleonica che venne imposta l’equiparazione fra protestanti e cattolici, fino ad allora i secondi venivano discriminati, nell’assegnazione dei ruoli interni all’amministrazione pubblica.

No taxation without representation. Nessuna tassa senza diritto di rappresentanza. Il principio in base al quale iniziò la ribelliome delle Tredici Colonie Inglesi d’America, che tradizionalmente viene fatta cominciare con il Boston Tea Party del 1773, la distruzione di un carico di te nel porto della città atlantica.

La Rivoluzione Francese coniò il nuovo titolo di citoyen, cittadino, uguale per tutti, dando in questo modo evidenza anche formale al principio egualitario che la informava, almeno in teoria. Il diritto di voto era infatti molto limitato, sula base dell’alfabetizzazione e del censo. La Marsigliese, canto rivoluzionario poi divenuto inno nazionale francese, invoca “aux armes citoyens, formez votre battaillones”, alle armi cittadini, formate i vostri battaglioni.

Gli hetairoi , letteralmente i compagni, di Alessandro Magno formavano la sua cavalleria pesante, alla testa della quale il sovrano macedone conquistava le sue vittorie in battaglia. In teoria essi erano suoi compagni d’arme, di pari dignità. Si rifiutarono quindi di fare la proskinesis, l’inchino fino a terra di tradizione orientale, davanti a lui, come venne loro richiesto dopo la conquista dell’impero persiano.

La Tavola Rotonda di re Artù, nel castello di Camelot, intende essere simbolo della pari dignità esistente fra il sovrano e i suoi cavalieri. È proprio l’aver ricevuto l’investitura a cavalieri che costituisce l’elemento unificante e parificante della loro condizione.

Sergio Valzania